Comunicato
«COVID-19: UN FARMACO RACCOMANDATO DALL’OMS
PER TUTTI I PAZIENTI OSPEDALIZZATI POTREBBE
CONTRIBUIRE ANCHE A CONTRASTARE IL VIRUS»
«Dalla Cina interessanti evidenze sulla
possibile efficacia di
enoxaparina nella lotta all’agente patogeno
che sta mettendo a
dura prova i sistemi sanitari di tutto il
mondo»
«Milano,
18 marzo 2020 -
Non solo aiuti concreti in termini di forniture mediche e personale sanitario
esperto nella gestione dell’emergenza coronavirus: dalla Cina arrivano
anche notizie incoraggianti che potrebbero aprire nuovi scenari sul
fronte terapeutico e offrire una speranza di cura.
Studi in
vitro condotti da un
gruppo di ricercatori cinesi hanno rivelato che il virus SARS-CoV-2 sembra
scomparire a contatto con elevate concentrazioni di enoxaparina sodica,
un anticoagulante fra i più utilizzati per la prevenzione del tromboembolismo
venoso. L’interessante scoperta ha indotto gli scienziati cinesi ad avviare studi
clinici, somministrando un alto dosaggio del principio attivo a pazienti
colpiti da Covid-19, e i risultati preliminari sembrano molto promettenti. Hepalink
Group, leader mondiale nella produzione di eparine, ha infatti
iniziato due trial clinici in Shenzhen No. 3 presso il People’s Hospital e
presso il Concord Hospital legato al Tongji Medical School, all’interno del
complesso universitario Middle China Science & Technology University,
volti a confermare e ad approfondire i dati.
A fronte di queste
importanti evidenze scientifiche, l’azienda Techdow – controllata
italiana di Hepalink – sta attualmente dialogando con l’AIFA (Agenzia
Italiana del Farmaco) per far partire anche in Italia una
sperimentazione clinica, con l’obiettivo di verificare l’efficacia di
enoxaparina nell’eliminazione del virus SARS-CoV-2 e testare sul campo i
risultati che ci arrivano dalla Cina.
L’enoxaparina sodica è un'eparina a basso peso molecolare, dotata di una spiccata attività antitrombotica. Per la sua efficacia anticoagulante, è autorizzata e di norma impiegata nella profilassi della tromboembolia venosa (TEV), in particolare nei pazienti sottoposti a chirurgia o a rischio di sviluppare coaguli perché costretti a letto da una malattia. Negli ultimi anni, numerose prove scientifiche hanno confermato il ruolo dell’eparina anche in caso di infezione da Covid-19, per ridurre la mortalità dovuta a fenomeni tromboembolici, tutt’altro che infrequenti nei pazienti colpiti dal virus: durante i processi infiammatori tipici delle infezioni virali è stato infatti rilevato lo sviluppo di una trombosi diffusa nei polmoni e, nei casi più gravi, anche in altri organi vitali, con seri rischi per la vita. Non a caso, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nelle sue recenti Raccomandazioni per migliorare la gestione clinica delle infezioni respiratorie acute severe (SARS), quando si sospetta siano causate dal nuovo coronavirus, esorta a prevenire una complicanza come il tromboembolismo venoso negli adulti e negli adolescenti ospedalizzati ricorrendo, in assenza di controindicazioni, alla somministrazione sottocute di eparina, preferibilmente a basso peso molecolare (1).
Ora l’utilità del noto
anticoagulante sembra andare oltre, poiché dal lontano Oriente giungono
dati che suggeriscono un suo ruolo sul meccanismo stesso di azione del
virus: mettendo a contatto in vitro l’enoxaparina sodica in
concentrazione elevata con il nuovo coronavirus, il principio attivo
sembra determinare una significativa riduzione dell’agente patogeno, che si
legherebbe all’eparina invece di attaccare le cellule dell’organismo:
l’eparina è infatti caratterizzata da una struttura molecolare simile a
quella del sito della parete cellulare a cui aderisce il SARS-CoV-2 prima di
penetrare nella cellula. Dati così incoraggianti hanno spinto i
ricercatori cinesi ad avviare alcune sperimentazioni cliniche
direttamente su pazienti infettati, utilizzando il farmaco per contrastare il
virus, a dosaggi superiori a quelli usati per la profilassi e sino alla
riduzione dei marker infiammatori e alla negativizzazione dei test.
“Sulla base di
questi significativi risultati
– spiega il professor Andrea Stella, Scientific Advisor di Techdow
Pharma Italy – Techdow è ora in fase di discussione con AIFA e intende
mettere a disposizione le proprie competenze scientifiche per promuovere
anche in Italia uno studio clinico sull’uso sperimentale di enoxaparina
sodica nei pazienti affetti dal nuovo coronavirus, prevedendo l’impiego di un
dosaggio del farmaco più alto rispetto a quello utilizzato di norma per la
profilassi del tromboembolismo venoso. L’auspicio è che enoxaparina possa
confermare la propria efficacia nell’indebolire il virus, offrendo così una
nuova potenziale arma nella lotta alla temibile infezione da Covid-19”.»
(1) WHO, “Clinical management of severe acute respiratory
infection when novel coronavirus (2019-nCoV) infection is suspected. Interim
guidance”, 28 January 2020, https://www.who.int/publications-detail/clinical-management-of-severe-acute-respiratory-infection-when-novel-coronavirus-(ncov)-infection-is-suspected.
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